mercoledì 4 luglio 2012

Mad in Italy: Quando le follie danno vita ai sogni - Intervista ad Antonietta Usardi


 

 
Torna la rubrica la rubrica "Mad in Italy: Quando le follie danno vita ai sogni" e stavolta abbiamo intervistato Antonietta Usardi, giornalista milanese. Antonietta ha risposto alle nostre domande, raccontandoci il suo libro "Morire dal ridere", romanzo edito dalla O111 edizioni.

Antonietta Usardi

"Morire dal ridere"





  • Come nasce la Sua passione per la scrittura

Scrivere è una passione che viene da lontano. Quand’ero piccola trascorrevo molto tempo nella nostra casa in campagna e avendo pochi coetanei con cui giocare, inventare storie per me era un modo di passare il tempo e diventare di volta in volta, un pirata, un fantasma, una principessa imprigionata in un castello. Diciamo che da allora ci ho preso gusto e non ho mai messo.
Ciò che amo dello scrivere è la possibilità di riordinare le idee, sciogliere i nodi, mettere a posto i pensieri.
Senza considerare che la scrittura offre un grande privilegio e potere: la possibilità di creare un magico universo su misura, dove ogni cosa è esattamente nel posto desiderato.
È una sensazione splendida.

  • Mi descriva con tre parole il suo romanzo

Più che descriverLe il mio libro in tre parole, posso dirle come mi piacerebbe lo descrivessero gli altri: divertente, ironico ed ottimista. Si può parlare di suicidio e morte senza necessariamente pensare a storie tristi e malinconiche.
Un vecchio adagio recita: “chi ha il coraggio di ridere sarà padrone del mondo”…e allora facciamocela questa risata.

  • Associ al Suo romanzo un colore

Considerato l’argomento- un negozio per suicidi ed un bambino tanto tanto ottimista, il colore più adatto è senz’altro un bel rosso carminio, è il colore della passione e della vita. Non siamo forse fatti di carne e sangue?

  • Associ al Suo romanzo uno dei cinque sensi

Difficile sceglierne uno solo, possiamo metterli tutti e cinque? In fondo il mio vuol essere un invito a vivere la vita fino in fondo, senza compromessi, con gli occhi aperti, le braccia spalancate, pronti ad accogliere tutto quanto possa offrirci, senza sconti e senza paura.
Una vita così va vissuta con tutti e cinque i nostri sensi.

  • Perché dovrei acquistare il Suo libro

Perché no? Scherzi a parte, acquistare un libro, ancora di più se di un autore poco conosciuto, è un gesto di fiducia. Un gesto di fiducia che mi riempie di orgoglio: qualcuno crede nel mio lavoro, condivide le mie idee, posso renderlo partecipe del mio mondo e dei miei pensieri.
Chiunque decida di leggermi mi fa un grande regalo,
o forse semplicemente è attratto dalla copertina o dalla storia che si desidera raccontare.
  • MaidinItali vuole unire con un gioco di parole la cultura araba a quella italiana. Che valore da' Lei alla multiculturalità?

Nel mondo in cui viviamo, la multicultaralità è un valore indispensabile.
Dei 60 milioni di italiani che l’Istat calcola nei suoi registri, la percentuale di cittadini stranieri è pari al
Pensare ad una società che non li consideri, li pretenda assimilati, sarebbe ridicola ed inattuabile, un gesto di doverosa responsabilità.
Senza contare che la diversità produce arricchimento, nuove idee, nuove visioni del mondo.
Ogni persona ha un proprio background, proprie tradizioni, propri desideri, proprie aspirazioni, quel quid, insomma, che ci rende unici ed imitabili, sprecare una tale possibilità di confronto e di conoscenza sarebbe un vero peccato.
Naturalmente accoglienza non significa “calare le braghe”: siamo italiani, abbiamo una nostra storia, non va accontonata e messa in un angolo.
Per fare un esempio, pur non essendo cristiana praticante, per esempio, li voglio i crocefissi nelle scuole e negli ospedali, certa che un simbolo religioso non offenda proprio nessuno.
Ed anziché non far festeggiare il Natale o la Pasqua a scuola ai bambini, perché le altre etnie potrebbero offendersi, non sarebbe meglio festeggiare sia le nostre sia le altrui feste, insegnando così ai bambini il vero valore della condivisione?



L'autrice


 

 
Antonietta Usardi è nata e vive a Milano, dove lavora come giornalista.
Fosse per lei passerebbe la vita in viaggio da un continente all’altro, ma per il momento si occupa di un magazine dedicato alla città di Milano (www.milanomagazine.wordpress.com), per il quale in autunno sono previste grandi novità.
Morire dal Ridere” è il suo secondo    romanzo.




Sinossi



Volete Morire dal Ridere? Attenzione alla risposta, perchè potrebbe avere qualche risvolto inaspettato: ad esempio potreste essere trascinati nel cuore della Chinatown milanese, alla scoperta di un negozietto per suicidi.
Sì, avete capito bene. Pistole, cappi, coltelli, dolciumi avvelenati e fialette tossiche dai nomi improbabili, la scelta è vastissima. Vincent e Amelia da anni gestiscono questa rispettabilissima bottega degli orrori, e grazie alla funerea cordialità e alla tetra afflizione che li contraddistingue sono diventati dei veri professionisti nell’accompagnare i propri clienti all’estrema ora.
Ma cosa succede se in una soleggiata mattina autunnale la loro pace – per non dire depressione – domestica viene interrotta dall’arrivo di un inaspettato intruso? Irriducibile amante della vita, dei colori e dei sorrisi, il piccolo Robespierre è stato abbandonato proprio sulla porta di casa dei suoi zii, pronto a creare scompiglio.

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