martedì 27 marzo 2012

Il tempo di una canzone - Angela Sales

“…Desaparicion non vuol dire scomparsa…
ma vuol dire che se tu eri  qui e adesso non ci sei più,
non è che non sei qui perché sei da un’altra parte.
Perché se fossi da un'altra parte, potrei venirti a cercare.
Allora sei morto?
No.  Desaparecido.
Allora sei vivo?
No.  Desaparecido.”
tratto da “Il tempo di una canzone” – Angela Sales


Chi traduce il termine desaparecidos con l’aggettivo scomparso commette un errore non solo da un punto di vista grammaticale, ma anche di senso.
Anche se il verbo desaparecer cui fa riferimento è intransitivo, desaparecidos è un participio transitivo, traducibile non con l’aggettivo “scomparso”, ma con “chi è stato fatto scomparire". Ed è in questa differenza linguistica che si racchiude il dolore, l’abominio e la violenza di una delle pagine più oscure dell’umanità.

Dopo la breve e difficile parentesi del governo presieduto da Isabelita, terza moglie di Juan Domigo Peron, il quadro sociale dell’Argentina, sempre più improntato al conflitto, dopo anni di politica protezionistica, giunse al golpe del 24 marzo 1976 che portò alla presidenza del paese il generale Jorge Rafael Videla.

Dal 1976 al 1983 le forze armate detennero il potere per mezzo di una giunta autoincaricatasi del cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale; il governo militare represse l'opposizione, sia da parte dei gruppi di sinistra che dai peronisti, utilizzando metodi improntati all'illegalità, dando inizio a quella che sarebbe passata alla storia come la Guerra Sporca.
Durante questi sette anni, si ritiene che in Argentina siano scomparsi fino a 30.000 dissidenti o sospettati tali (9.000 accertati secondo i rapporti ufficiali del CONADEP – Commissione Nazionale sui Desaparecidos).
Le modalità di sequestro e di sparizione delle vittime della repressione furono ideate per perseguire due obiettivi: il primo era quello di evitare quanto verificatosi a seguito del Golpe cileno del 1973, che aveva portato al potere la Giunta militare comandata dal generale Pinochet. Il secondo era quello di terrorizzare la popolazione, attraverso la mancata diffusione di notizie in merito alla sorte degli arrestati, limitando in questo modo fortemente non solo ogni possibile dissenso al regime, ma anche la semplice richiesta di notizie da parte dei parenti.
All’interno della Escuela Superior de Mecánica de la Armada (ESMA), uno dei centri di detenzione attivi durante la dittatura, furono rinchiuse oltre 5.000 persone e solo poche centinaia ne uscirono vive
Le modalità degli arresti avvenivano molto spesso secondo veri e propri "rapimenti": squadre non ufficiali di militari arrivavano con una Ford Falcon verde scuro senza targa e piombavano nelle case in piena notte, sequestrando a volte intere famiglie.
L’assoluto mistero sulla sorte degli arrestati, fece sì che le stesse famiglie delle vittime tacessero per paura; la conseguenza di queste modalità fu che nella stessa Argentina per lungo tempo il fenomeno rimase taciuto, oltre che totalmente ignorato nel resto del mondo. Una volta arrestate, le vittime venivano rinchiuse in luoghi segreti di detenzione, senza alcun processo, quasi sempre torturate, a volte per mesi, e solo in pochi casi, dopo un processo sommario, senza alcuna reale garanzia legale, gli arrestati vennero rimessi in libertà.
Secondo alcune fonti, spesso testimonianze di militari coinvolti nell'operazione, molti desaparecidos furono imbarcati a bordo di aerei militari, sedati e lanciati nel Rio de la Plata, oppure gettati nell'Oceano Atlantico col ventre squarciato da una coltellata,  affinché i loro corpi fossero divorati dagli squali: i cosiddetti vuelos de la muerte, voli della morte.                                                                                                                 
A questi vanno aggiunte le numerose donne arrestate mentre si trovavano in stato interessante oppure rimaste incinte a seguito delle violenze subite nei centri di detenzione: molte donne partorirono mentre erano detenute, molte di esse furono uccise ed i loro figli furono illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti.
Dalla restaurazione della democrazia nel 1983, le istituzioni argentine si sono a lungo adoperate per ritrovare questi bambini e restituirli alle loro famiglie.
La denuncia e la scoperta degli orrori avvenuti in Argentina durante il regime militare si deve anche alla coraggiosa azione delle Madri di Plaza de Mayo, madri dei giovani desaparecidos che con una protesta pacifica, sfidando il regime, riuscirono a far conoscere alla opinione pubblica il dramma che stava avvenendo nel loro Paese.
Il loro emblema, un fazzoletto bianco annodato sulla testa, ricorda il  primo pannolino, di tela, utilizzato per i loro figli neonati. Il loro nome è originato dal nome della celebre piazza di Buenos Aires, Plaza de Mayo, dove queste donne coraggiose si riunirono per la prima volta e da allora, ogni giovedì pomeriggio, esse si ritrovano nella piazza e la percorrono in senso circolare, attorno alla piramide che si trova al centro, per circa mezz'ora.
La sparizione forzata è stata riconosciuta come crimine contro l'umanità dall'articolo 7 dello Statuto di Roma del 17 luglio 1998 per la costituzione del Tribunale Penale Internazionale e dalla risoluzione delle Nazioni Unite numero 47/133 del 18 dicembre 1992.
Dopo 28 anni, nel marzo del 2011, almeno in parte, giustizia è stata finalmente fatta. Sono arrivate, infatti, dure condanne contro un gruppo di militari accusati e dodici dei diciassette imputati hanno ottenuto la meritata condanna all’ergastolo.        
Giusy Cigni  

Il tempo di una canzone
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29- 30- 31 Marzo 2012 ore 21:00
 1 Aprile 2012 ore 18:30

DANILO ROVANI
con
ANTONIO BUONANNO
e   
SERENA PISA   VALENTINA TEDESCHI    PIERA VIOLANTE

e con la partecipazione del maestro MICHELE BONE’

Ballerine: Viviana Taurisano  Rosa Orefice  Scenografia:  Armando Alovisi
Disegno Luci: Ettore Nigro  Costumi: Ass. Culturale “Briciole di Stelle”

Regia  Angela Sales

TEATRO IL PRIMO
Viale del Capricorno 4 – 80131 Napoli
Posto unico € 10,00
info: 0815921898 - 3491930536  ore 16:00-20:00  
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Promozione a cura di
Maidin Itali – Management Creativo

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